Riassunto delle conferenze - Medio Oriente

Da Teheran a Teheran, cinquant' anni di interventismo degli Stati Uniti nel Medio Oriente



Le due guerre che hanno scosso il Medio Oriente all'alba del XXI secolo, cioè l'invasione dell'Afghanistan prima, quella dell'Iraq poi, da parte delle truppe nordamericane, costituiscono le ultime tappe di un lungo conflitto scatenato cinquanta anni fa per iniziativa degli Stati Uniti dell'America, allo scopo di consolidare un'egemonia completa e definitiva sulle principali risorse energetiche del pianeta.


E’ nel 1953 che è iniziata l’espansione nordamericana nel Medio Oriente, quando gli Stati Uniti intervennero in Iran. Il generale Mossadegh fu escluso allora a vantaggio dello Scià.


L'Iraq è stata la seconda tappa:  nel 1968, la CIA orchestrò la caduta del generale Kassem, alla fine sostituito alla testa dello stato dal presidente Saddam Hussein.


Nel 1979, tuttavia, la rivoluzione diretta dall'ayatollah Khomeyni ha disturbato sensibilmente la politica medio-orientale degli Stati Uniti che persero allora il loro dominio sull'Iran.

 

Nel 1988, è l'Iraq di Saddam Hussein che sfugge al controllo nordamericano. Un Iraq distrutto dall'episodio più sanguinoso di questa guerra per il petrolio, otto anni di una lotta senza sosta nella quale Saddam Hussein era stato lanciato, contro la Repubblica islamica di Khomeyni.


Due anni più tardi, l'inizio della fase conclusiva:  la guerra del Golfo restaura l'egemonia nordamericana sull'Iraq, un'egemonia assoluta, completata oggi, al termine di una nuova invasione, dall'eliminazione del presidente Saddam Hussein.


Da allora, la guerra condotta in Afghanistan e l'istaurazione, in quel paese, di un governo filo americano ha aperto la via verso le formidabili risorse dell'Asia centrale.


La campagna di espansione nordamericana in Medio Oriente si conclude dunque poco a poco.


Questo lungo conflitto si conclude ed il primo ed ultimo obiettivo, l'Iran, sarà probabilmente l'ultima tappa:  cominciata a Teheran, mezzo secolo fa, questa lunga guerra del petrolio si concluderà là dove aveva preso inizio.


Certo, da Gerusalemme a Kabul, una resistenza si organizza e si amplifica. Che cosa può, tuttavia, contro il primo potere militare del mondo, determinato, sembra, a pagare il prezzo del terrorismo, come l'hanno mostrato gli avvenimenti dell’ 11 settembre 2001?


In quanto all'Europa, saprà reagire di fronte alla minaccia crescente degli appetiti della superpotenza nordamericana ?


Ma forse, malgrado la nostra volontà, tutti, senza rendercene bene conto, siamo già Americani... 


 


Leggere anche :

- P. Piccinin, Le processus de paix : un malentendu.
- P. Piccinin, Irak :  Allemagne, Belgique et France contre Etats-Unis. Mais pourquoi?.
- P. Piccinin, Un procès pour Saddam... et pour ses anciens complices?.
- P. Piccinin, Attentats de Londres – Comment mettre le terrorisme au tapis ?.
- P. Piccinin, Gaza : un projet planifié ?.
- P. Piccinin, Les Iraniens défendent leurs droits sociaux.
- P. Piccinin, Iran - De l'art de se débarrasser d'un ennemi.
- P. Piccinin, Afganistan - Delle elezioni senza sorpresa.

- P. Piccinin, La Repubblica islamica in stato di assedio.

- P. Piccinin, Israele, una Stato-teppista in libertà.

- P. Piccinin, Flottiglia della pace: ha avuto il governo israeliano l'intenzione di uccidere?.

- P. Piccinin, Perché chiediamo al popolo palestinese di morire in silenzio ?.

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