SERBIA - COSSOVO - " Sempre e solo la legge del più forte... "

Publié le par Pierre PICCININ

Serbia - Cossovo - " Sempre e solo la legge del più forte... " (La Stampa, 27 luglio 2010; La Libre Belgique, 28 luglio 2010; Lavanguardia.es, 28 luglio 2010; Alterinfo, 28 luglio 2010; e L'Humanité.fr, 10 agosto 2010) - Testo integrale

 

 

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Questa settimana, mentre la Corte internazionale di Giustizia dell'ONU, su richiesta della Serbia, renderà noto il suo avviso sulla legalità di un "Stato del Cossovo", ho incontrato il mio amico Mihailo, cittadino serbo e storico come me.

 

Abbiamo parlato della minoranza albanese del suo paese, che ha alla fine deciso di portare via alla Serbia la provincia del Cossovo, insieme a migliaia di serbi, i quali si sono trovati in questo modo isolati dalla loro patria.

 

“Il Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite non può permettere una cosa simile”, è insorto Mihailo. “Non si può imporre ad un governo di rinunciare alla sua sovranità su una parte del suo territorio, né ad un popolo di abbandonare migliaia dei suoi concittadini. Comunque sia, questa spartizione è illegale!”

 

Difatti, la Carta dell'ONU garantisce l'integrità delle frontiere degli Stati. Così, la proclamazione unilaterale d’indipendenza del Cossovo costituisce una violazione della sovranità della Serbia, della Carta dell'ONU e della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza.

 

 

 

   

 

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Ma numerosi esempi dimostrano che i Paesi “forti” riservano poca importanza al diritto internazionale: si pensi all'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, a quella del Libano da parte di Israele, all'occupazione cinese del Tibet, a quella turca del nord di Cipro o ancora alle prigioni segrete della CIA in territorio europeo che hanno visto la complicità di parecchi membri dell’Unione Europea…

 

L'ONU? Il diritto internazionale? Sono soltanto degli strumenti in mano agli Stati con potenti mezzi economici e militari per condurre la loro politica estera. Le regole sono, tutto sommato, abbastanza semplici e, alla fine, ogni Stato gioca le sue carte. I dadi, di sicuro, sono truccati. Tutti lo sanno. Ma tutti fanno finta di crederci, apparentemente con grande convinzione e serietà.

 

La stessa Unione Europea non ha forse timidamente riconosciuto che questa separazione del Cossovo era contraria al diritto e sarebbe dovuta restare un caso “eccezionale” ?

 

“L'unione europea? Non dimenticheremo, in Serbia, l’orrendo ricatto che ci ha imposto: accettare la spartizione, senza dire niente, o vedersi negato l'accesso alla comunità! È ignobile. Così, quando le regole non convengono più agli interessi del momento, le potenze le cambiano, giusto il tempo necessario per fare quello che gli va! Solo gli Stati deboli sono costretti a rispettarle…”

 

“Da un lato, continua Mihailo, si chiede al mio Paese, nel nome del diritto internazionale, di estradare parecchi dei nostri concittadini, sospettati di crimini di guerra, e, dall’altro, le stesse persone scherniscono questo diritto internazionale, con questo 'diktat' che ci toglie la culla storica del nostro popolo. Ma forse la Russia si opporrà, o la Cina?”

 

 

 

 

 

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Va detto che la Russia non aveva aiutato la Serbia durante i bombardamenti NATO nel 1999, decisi anch’essi in completa violazione del diritto internazionale e senza l'accordo del Consiglio di Sicurezza. Probabilmente la situazione economica disastrosa della Russia ed i 4,3 miliardi di dollari che gli furono opportunamente accordati dal FMI alcuni giorni dopo l'inizio dei bombardamenti spiegano quello che è successo.

 

Certo, la Serbia protesta in nome del diritto. E, fin dal 2008, certi Stati, inclusi alcuni dell'Unione europea, hanno denunciato l'illegalità del processo di separazione, come la Spagna (che teme questo precedente di fronte alle velleità separatiste basche o catalane), la Romania (di fronte alla sua forte minoranza ungherese), la Grecia (di fronte alla questione macedone) o Cipro... Come la Cina, anch’essa inquieta per il suo dominio sul Tibet.

 

Il colpo di mano è stato comunque realizzato con la forza. E le proteste non servono a niente: ormai il Cossovo non è più sotto il controllo di Belgrado.

 

“Indubbiamente, conclude Mihailo, La Fontaine non si era sbagliato: ancora oggi, come ieri, quella che prevale è la legge del più forte.”

 

 

 


Legami utili : La Stampa, La Libre Belgique, Lavanguardia.es, Alterinfo e L'Humanité.fr.


Ritaglio di stampa :la stampa(La Stampa) e La Libre Kosovo 0005 (La Libre Belgique).

  

  

Legere anche : Ex-Iugoslavia : scomparsa annunciata di un Stato (riassunto delle conferenze).

 

 

 

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